C’è un fuoco che scalda e un fuoco che divora. E poi c’è un fuoco che resta sospeso tra i due: è il fuoco della responsabilità pubblica, quello che dovrebbe difenderci dalle fiamme vere ma viene spento da una carta, un timbro, un cavillo.
I super elicotteri dei Vigili del Fuoco – perfettamente funzionanti, pronti a intervenire, tecnologicamente avanzati – sono fermi all’aeroporto di Ciampino, non per guasti o carenza di piloti. Per un motivo burocratico. Sì, proprio così: “motivo burocratico”.
Nel frattempo gli incendi, quasi tutti dolosi, avanzano. E qualcuno incassa.
Le società private, infatti, con i loro Canadair meno capienti ma più costosi, sono operative. E lo Stato, cioè noi cittadini, paga due volte: in denaro e in fiducia.
Un pilota dei Vigili del
Fuoco guadagna 3.000 euro al mese, uno privato assoldato dallo
Stato arriva a costare fino a 1.800 euro al giorno.
Dietro questa storia, documentata con rigore nell’articolo di Andrea Pamparana dal quale prendiamo spunto, c’è una domanda che ci arde dentro: chi ha interesse a lasciare fermi gli elicotteri pubblici mentre brucia il nostro paesaggio?
Ma il vero cortocircuito è più profondo. È simbolico.
Viviamo in un tempo in cui l’incendio non è solo ambientale. È civile, istituzionale, culturale. Ed è proprio per questo che abbiamo scelto di accendere Mangia Fuoco: per restituire al fuoco la sua dignità di rito, di memoria, di comunità. Perché dove il fuoco diventa speculazione, noi vogliamo trasformarlo in alleanza tra generazioni.
Non siamo contro la burocrazia, quando è al servizio del bene comune, ma quando la norma soffoca il buonsenso, quando i meccanismi di controllo si trasformano in strumenti di paralisi, allora è il momento di dire basta.
Il fuoco, quello vero, non aspetta le circolari.
Serve un nuovo patto tra legalità ed efficacia, un’intesa tra cittadini attivi, istituzioni coraggiose e territori che non vogliono essere lasciati soli davanti all’emergenza perché nessun “motivo burocratico” può giustificare la rinuncia a proteggere ciò che arde. Ci riguarda.
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(by nicola)
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