Due ministri, un partito, lo stesso governo: da un lato si taglia, dall’altro si regalano privilegi ai soliti noti.
Le concessioni balneari tra sconti, assenza di gare e vergogne tutte italiane.
Tutti al mare, cantava Gabriella Ferri. Tutti al mare a mostrà le chiappe chiare, mentre il governo, invece di prendere il sole, prende in giro i cittadini.
Siamo nell’Italia dei paradossi: da una parte il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti invoca tagli, rigore e sobrietà. Dall’altra, il suo collega di partito e vicepremier Matteo Salvini firma un decreto che regala sconti da black friday ai balneari, abbattendo i canoni per le concessioni demaniali. Meno entrate per lo Stato, più privilegi per pochi.
Si parla di riduzioni fino al 40%: da 7,3 a 4,5 euro al metro quadro per le aree di maggior valore. Tutto mentre il tasso di morosità è al 25% e lo Stato perde quasi 50 milioni l’anno.
Un’economia balneare che fa acqua da tutte le parti, tranne che nei conti degli stabilimenti già fortunati, spesso ereditati di padre in figlio, senza gara, senza concorrenza e senza vergogna.
E qui sta il nodo politico e simbolico: due ministri, stesso partito, stesso governo, due Italie diverse.
Una, quella di Giorgetti, che chiede sacrifici ai cittadini, l’altra, quella di Salvini, che coccola le lobby, elude l’Europa e strizza l’occhio al voto di categoria.
La direttiva Bolkestein?
Un miraggio estivo, elusa da oltre 10 anni.
Le gare pubbliche?
Rimandate, promesse, sabotate.
Intanto, il governo predica rigore e pratica rendita.
Non si tratta di essere contro i balneari, ma contro le rendite senza regole.
Non è normale che un lavoratore dipendente versi più IRPEF di uno stabilimento da milioni di incassi stagionali.
Non è normale che il demanio – cioè un bene comune – venga gestito come se fosse proprietà privata.
Nel 2025 ci dicono che finiranno le proroghe. Noi, con la stessa fiducia con cui aspettiamo il tram a Capracotta, prendiamo atto.
Intanto, sulle spiagge italiane si continuano a piantare ombrelloni e privilegi.
Ma almeno adesso lo sappiamo: non è solo il sole a picchiare forte, è anche la politica.
(by nicola)
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