Ogni anno, ormai da decenni, il 25 gennaio presso la chiesa di 'San Paolo' in via Tiberio a Campobasso, si celebra la conversione del santo. Durante il parrocato di don Giuseppe D’Addario era tradizione celebrare la santa messa ai vespri, fare una piccola processione nelle vicinanze della chiesa e poi distribuire il panino all’anice, prodotto da una nota panetteria del capoluogo.
Già dal mattino iniziano i preparativi del fuoco, che si accende al pomeriggio, per ricordare la vicenda di san Paolo, folgorato da una luce fortissima, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco. Egli udì la voce di Gesù che lo fece cadere da cavallo, lo rese momentaneamente cieco e gli chiese il perché lo perseguitasse. Non appena Paolo riprese le forze, cominciò a pregare nelle sinagoghe, abbracciando il cristianesimo e divenendo apostolo di Cristo.
Dopo don Giuseppe, la parrocchia è passata nelle mani di don Giovanni Diodati, il quale ha portato avanti la tradizione del suo predecessore. Egli aveva anche creato una sorta di fattoria alle spalle della chiesa. C’erano caprette e colombi e una gabbietta con pappagalli tutti colorati.
Per lui era una gioia immensa organizzare la festa della parrocchia in gennaio. Intorno al fuoco si creava un momento di vera e propria convivialità, consumando un panino con salsiccia e un buon bicchiere di vino rosso, il tutto corroborato da una ciotola di fave lesse e dolcetti di carnevale.
Dopo don Giovanni, è toccato a don Franco D’Onofrio proseguire l’usanza. Era presente anche il personale della protezione civile, oltre ai vigili del fuoco e alla guardia di finanza, a garanzia che la manifestazione si svolgesse in piena sicurezza.
Il fuoco rimane acceso fino a tarda sera e rappresenta un momento di aggregazione e convivialità assai gradito dai campobassani.
Mariarosaria Di Renzo
Caravaggio è noto per il suo uso drammatico del chiaroscuro e per la sua abilità nel catturare momenti intensi e carichi di emozione, proprio come il fuoco della tradizione di Campobasso cattura la comunità in un momento di condivisione e festeggiamento!
Voglio ringraziare di cuore Mariarosaria Di Renzo per aver condiviso questa tradizione ricca di significato e invito tutti a prendere ispirazione dalla sua narrazione per arricchire e promuovere la cultura del Molise. Attraverso queste storie possiamo non solo apprezzare le nostre radici e tradizioni, ma anche collegarle a un contesto artistico più ampio, come dimostra il parallelo con l'arte di Caravaggio. È proprio in questi racconti e celebrazioni che la Storia e l'Arte si intrecciano dando vita a una Cultura viva e dinamica che merita di essere conosciuta e valorizzata.
Nicola Frenza
(by nicola)
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