Il Tar Lazio accoglie il ricorso del nostro Movimento contro la logica del decreto Sblocca-Italia su prevalenza degli inceneritori.
Gualtieri invece si affida a questa tecnologia obsoleta ed ora anche illegittima che non chiude affatto il ciclo rifiuti di Roma.
Suonano decisamente male le dichiarazioni all’assemblea capitolina dal sindaco Gualtieri, in sede di consiglio comunale straordinario sul ciclo dei rifiuti, oggi anche alla luce dell’accoglimento da parte del TAR Lazio del nostro ricorso di ottemperanza con sentenza n. 4987 del 26 aprile 2022 che di fatto annulla il decreto attuativo del governo Renzi e rinvia al governo attuale l’avvio di una Valutazione Ambientale Strategica sulle effettive necessità impiantistiche nazionali per il riciclo – recupero – smaltimento dei rifiuti urbani.
Riteniamo quindi che l’annuncio di un mega-inceneritore per Roma sia ora del tutto illegittimo sia per il totale contrasto con il Piano rifiuti regionale del 2020 che anacronistico rispetto al percorso nazionale ed europeo per l’economia circolare e la mitigazione dei cambiamenti climatici. E’ evidente che tale annuncio per Roma è del tutto demagogico oltre che illegittimo, sia in quanto tale opzione impiantistica risulta del tutto estranea a qualsiasi logica “emergenziale” dati i tempi richiesti di almeno cinque anni per un eventuale messa in esercizio sia in quanto il Piano Gestione Rifiuti del Lazio del 2020 esclude categoricamente il ricorso ad altri inceneritori oltre quello esistente di ACEA a S. Vittore del Lazio.
Appare sin troppo scontato ricordare che dal 2020 l’Italia ha recepito le quattro direttive europee per l’avvio di una vera “economia circolare” basata su riduzione-riuso-riciclo-recupero di materia e che esclude qualsiasi finanziamento ad impianti di recupero di energia od incenerimento di rifiuti indifferenziati e per nuove discariche.
La frase ad effetto che il sindaco Gualtieri ha usato per mascherare il vuoto siderale di una strategia sarebbe quella di puntare all’obiettivo “discariche zero”, è una dichiarazione del tutto priva di fondamento dato che per alimentare gli inceneritori servono grandi quantità di rifiuti indifferenziati.
Pertanto servirebbe bloccare la raccolta differenziata al 40% attuale e puntare a nuovi impianti TMB con cui estrarre carta e plastica da bruciare, avendo chiaro che solo un terzo dei rifiuti indifferenziati può essere usato come “combustibile” mentre i due terzi di scarto devono andare in discarica ….. e che gli inceneritori di quel terzo di rifiuti selezionati a loro volta producono sino al 20% di ceneri e scorie tossiche da inviare in discarica ….. altro che “discarica zero”!!!
La catena TMB – INCENERITORI – DISCARICA è indissolubile e solo un incompetente od un demagogo potrebbe dichiarare che si possono costruire inceneritori senza avere grandi discariche di servizio per conferire gli enormi scarti dei TMB e le ceneri pesanti e leggere degli inceneritori !!
Per non parlare di tutto ciò che comporterebbe in termini di salute pubblica per Roma le emissioni in atmosfera di polveri ultrasottili PM 2,5 che veicolano centinaia di composti tossici prodotti dalla combustione (diossine – furani – pcb – IPA), che sono cancerogeni e mutageni per l’uomo ed in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini. E’ una scelta oltretutto pessima per la salute dei romani, che comunque da anni respirano un’aria di pessima qualità.
A distanza di pochi mesi quindi la giunta Gualtieri ha definitivamente gettato la maschera usata in campagna elettorale per stringere alleanze politiche ed accattivarsi il voto “ambientalista” con dichiarazioni opposte a quanto oggi sostiene dato l’evidente fallimento dell’assessora ai rifiuti Alfonsi e dell’evidente assenza di una strategia industriale in linea con il loro stesso programma elettorale.
Le ragioni di questo fallimento a pochi mesi dal suo insediamento sono legate ad almeno tre punti cruciali da noi evidenziati già nel 2020 con la proposta di deliberazione di iniziativa popolare:
- la evidente incapacità della giunta di cambiare il sistema di governance, che tuttora non ha conferito alcun potere ai Municipi ma resta accentrato solo su assessorato e dipartimento;
- l’assenza di un vero piano di riorganizzazione funzionale e di un effettivo decentramento di AMA spa nei Municipi oltre che di un piano industriale di impiantistica diffusa e sostenibile;
- la totale assenza di un vero confronto partecipativo sulle scelte impiantistiche con le organizzazioni popolari cittadine, nonostante sia evidente che qualsiasi scelta impiantistica che mette in gioco la salute e l’integrità dell’ambiente romano già pesantemente aggredito, non possono prescindere da un percorso di vera partecipazione popolare.
Ci chiediamo quale altro annuncio propagandistico ci dobbiamo aspettare da una giunta capitolina che è palese che da mesi “naviga a vista” data la totale incapacità di risolvere l’emergenza rifiuti di Roma, dopo aver negli ultimi mesi tentato le più assurde possibilità come rilanciare il vetusto “piano discariche” della Polverini del 2011 passando dalla discarica di Albano laziale, da quella di Falcognana (Municipio IX), sino alla discarica di inerti Magliano romano ed ora “discariche zero” …!!
L’altra strada altrettanto avventuristica è quella in corso di puntare ai fondi del PNRR, basati su un bando ministeriale a nostro avviso illegittimo, per costruire pochi mega impianti tossici e puzzolenti come i digestori anaerobici di Casal Selce – Cesano e Fiumicino. Una ipotesi di impianti di tipo speculativo per incassare i forti incentivi pubblici a fondo perduto, fuori da qualsiasi politica di “economia circolare”. Su questi progetti ci sono già depositati i nostri ricorsi giuridici in atto che dovrebbero vedere la sconfitta di questa ennesimo sfregio al principio di tutela della salute pubblica e del principio di prossimità che vedrebbe concentrato il trattamento di tutti i rifiuti organici di Roma in tre mega impianti. Impianti che produrranno un pesantissimo inquinamento da emissioni in atmosfera di metano – ossidi di azoto – ammoniaca oltre all’enorme problema dello smaltimento del “fango digestato” che esce dal processo anaerobico e che non rientra nella qualifica di “compost”.
Pertanto, l’annuncio del sindaco Gualtieri di ieri rispetto ad un nuovo inceneritore per Roma riteniamo sia solo l’ennesimo tentativo di prendere tempo, dato l’evidente contrasto con il Piano rifiuti regionale, anche se questa tattica di continui annunci non supportati da un Piano industriale sostenibile ed in linea con le recenti normative europee risulta particolarmente grave ed inaccettabile da chi si è proposto con un programma “sostenibilità ed economia verde”…. APPUNTO.
Movimento LRZ per l'E.C.
(by nicola)
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