mercoledì 5 maggio 2021

In Abruzzo una 'Rondine' fa primavera. In Molise, no! Scommettiamo che adesso ci propongono di andare con la Puglia?


Basta con gli interessi di pochi che vincono sull’interesse pubblico. La sanità abruzzese torni realmente pubblica: basta favori ai privati, cooperative ed esternalizzazioni

La prima settimana di maggio inizia con l’ennesima novità giudiziaria sul fronte giustizia e sanità. In poche settimane per la seconda volta sotto la lente d’ingrandimento della procura di Pescara finiscono affidamenti a privati nella sanità. Coinvolgendo pesantemente esponenti politici di altissimo livello, rispetto alla precedente inchiesta di qualche settimana fa addirittura in maniera trasversale.

Nel rispetto del principio costituzionale della presunzione d’innocenza e del lavoro degli investigatori, sentiamo doveroso intervenire ed esprimerci di fronte a queste due ennesime bufere giudiziarie che stanno investendo la gestione della sanità in Abruzzo. Al di là dell’aspetto meramente giudiziario, che spetta ai tribunali accertare, s’imporrebbero alcune riflessioni. Ancora una volta il rapporto politica-sanità, l’utilizzo del denaro pubblico e azioni ben lontane dall’interesse pubblico – che dovrebbe essere unica e sola stella polare dell’agire di dirigenti e amministratori in un settore vitale come la sanità – emergono in maniera tutt’altro che edificante. Se non sconcertante. Nel quadro che sta emergendo in queste settimane, dall’uso privatistico di mezzi alle parole (definite pubblicamente “confessioni”) dei due ex responsabili della cooperativa La Rondine di Lanciano sulle dinamiche degli appalti finiti sotto la lente dell’ingrandimento della procura di Pescara. Non va dimenticato che la stessa Procura l’anno scorso avviò un’altra inchiesta su eventi pubblici e rapporti con la politica dove, ancora una volta, la sanità pubblica è emersa come mero campo di procacciamento voti, clientele, piegata agli interessi di qualcuno. Siamo quindi almeno a tre cicloni giudiziari in meno di un anno. Un dato che non può e non deve passare inosservato.  

Tutto questo nella regione – non si deve mai dimenticarlo anche se, per interessi di consorteria politica abbiamo assistito nelle scorse settimane all’ennesimo riduzionismo –  che quattordici anni dopo resta segnata da sanitopoli, in cui la sanità pubblica arranca con evidenti limiti e carenze (come emerso anche in quest’anno di pandemia) mentre fiumi di milioni di euro piovono copiosi sulla sanità privata, in cui i diritti di malati, disabili e categorie “fragili” vengono troppo spesso calpestati e non garantiti, emerge sempre lo stesso quadro su cui siamo già intervenuti in passato e non dissimile da quanto finito nel mirino della magistratura pescarese (per altre vicende) nell’estate 2020. Una scellerata gestione politica, troppo vicina e contigua ad interessi privati, una sanità considerata merce di scambio e serbatoio elettorale, privati a cui vengono affidati settori delicati e importanti per vicinanza politica o simili.

È ora di dire basta, tutto questo deve finire una volta per tutte. Basta con un uso privatistico e piegato ad interessi particolari della sanità, basta con l’egemonia di soggetti privati, basta con esternalizzazioni e affidamenti a cooperative. La politica ritrovi la sua dignità e schiena dritta, mai completamente avuta e che invece deve arrivare il prima possibile, basta con clientelismi e favori, basta con il precariato più totale dei lavoratori e dei diritti di malati, disabili, categorie fragili e cittadini tutti.

Fonte: blog 'Azione civile'
 
(by nicola)      

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