Possiamo utilizzare solo l’1% delle riserve idriche presenti sul pianeta come acqua potabile! Questo semplice dato dovrebbe mobilitare tutti i governi affinché neanche una goccia del prezioso liquido vada sprecata. Vivo nella regione che dispone della migliore acqua d’Italia, parte della quale viene ‘regalata’ a intere province della Campania, Abruzzo e Puglia. A fronte di tanta magnanimità un paese al piedi del Matese, Boiano, nel corso degli anni ha visto abbassare la propria falda acquifera di... 3,5 m.! Molta altra arriva imbottigliata sulle tavole del Paese e per garantire tale ‘mercato’ altri paesi (minuscolo), sempre molisani, ne sono stati ‘privati’ per anni! Pensate che l’acqua sia un diritto primario? Beh, solo in teoria dal momento che pochissime Costituzioni moderne lo prevedono. Perché? Perché è stata da sempre considerata un ‘bene comune diffuso’, quasi come l’aria per intenderci. Eppure le guerre del futuro non saranno combattute per accaparrarsi petrolio ma… acqua! Le avvisaglie ci sono già dal momento che nell'ultimo ventennio abbiamo avuto oltre 700 conflitti tra Stati per l’utilizzo della stessa. Che fare? Beh, si potrebbero ‘obbligare’ – non impegnare - tutti gli Stati a non abusare di tale risorsa, evitarne perdite di qualsiasi tipo e forma, affinché garantiscano per la stessa standard di qualità in base al territorio e alle popolazioni che lo abitano. Faccio mia la frase che l’ex sindaco di Riace pronunciò nel lontano 2016: “Chi vuole privatizzare l'acqua deve dimostrare di essere anche il padrone delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai, degli arcobaleni!”
(by nicola)
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