venerdì 23 agosto 2019

Polmone




La notizia, tra le peggiori che si possano immaginare, è che l’Amazzonia, il polmone verde di tutta la terra, che produce il 20% dell’ossigeno dell’atmosfera, sta bruciando ed ha già prodotto un deserto più grande della Germania.
Infatti questo terribile avvenimento, sommato alla distruzione delle foreste siberiane e allo scioglimento dei ghiacciai della calotta polare e della Groenlandia, condiziona la vita dell’intero pianeta.
I governi, o negano platealmente gli effetti perniciosi di questi eventi, come il presidente del Brasile Bolsonaro, o si disinteressano completamente di essi.
Per frenare la distruzione della vita, nostra e del pianeta, occorre eliminare le cause del disastro. E le cause si riassumono in un solo fatto: la diffusione tra i governi e nell’immaginario collettivo che ciò che conta non è vita individuale e globale, cioè lo sviluppo materiale e spirituale della persona umana e della società, ma consiste nell’accumulare danaro nelle mani rapaci delle multinazionali e della finanza.
Oggi pensare al bene comune non è più un’espressione generica: significa pensare in concreto al bene dell’umanità intera e del pianeta in cui viviamo.
In Italia il programma di governo, che dovrà essere redatto a conclusione dell’attuale crisi, dovrà mettere in primo piano la tutela dei beni comuni, cioè dei beni indispensabili per assicurare i diritti fondamentali di tutti  e combattere con la forza del diritto e cioè procedendo alle necessarie nazionalizzazioni dei servizi pubblici essenziali e delle fonti di energia (art. 43 Cost.), gli effetti nefasti del libero mercato, attraverso il quale uomini senza scrupoli non tengono in alcun conto la vita dei singoli e del pianeta pur di accumulare danaro.
Per quanto riguarda il nostro paese un primo passo in questa direzione è stato già compiuto da autorevoli parlamentari, i quali sulla base di una loro personale dirittura morale, hanno proposto la difesa innanzitutto dello sviluppo della vita individuale e globale.
Si tratta della proposta di legge dell’Onorevole Stefano Fassina e del disegno di legge della Senatrice Paola Nugnes ed altri, i quali prevedono la tutela dei beni comuni e una interpretazione costituzionalmente orientata delle norme del codice civile riguardanti la proprietà privata, alla luce degli articoli 41 e 42 della Costituzione, le quali subordinano l’interesse del proprietario all’utilità sociale e alla funzione sociale della proprietà.
Sarebbe sufficiente l’approvazione dei queste due leggi per porre un freno reale ed efficiente alla ingordigia dei sostenitori dell’attuale sistema economico predatorio neoliberista, che verrebbe automaticamente rimpiazzato dal benefico sistema economico produttivo di stampo keynesiano.
Qualche accenno a questa problematica è in uno dei 10 punti presentati dai 5 Stelle per l’accordo con il PD. L’ordine di importanza degli interessi impone che questi argomenti figurino al primo posto delle trattative, trattandosi della tutela della vita degli individui e del pianeta terra.

Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

(by Nicola)

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