Riceviamo e pubblichiamo
Il
Procuratore di Isernia ha dichiarato di aver scoperto, oggi,
invero solo a seguito di indagini antimafia attivate da fuori
regione,
che “anche
a Isernia e provincia esiste la corruzione, l’asservimento del
potere pubblico agli interessi privati degli imprenditori”
. Ovviamente la dichiarazione è di natura giudiziaria ed è limitata
solo alla punta dell’iceberg sinora emersa, che a nostro avviso
coinvolge soggetti ancora del tutto minori e marginali, pur essendo
disvelatore del sistema corruttivo ben più grande e complesso.
Tradotta
in termini sociali, l’accusa giudiziaria del Procuratore, conferma
la esistenza anche in loco, del sistema di potere tipico del
capitalismo, liberale o fascista che sia il suo regime politico: le
cordate o lobby imprenditoriali e di studi professionali determinano
le spartizioni e ruberie tra appalti e privatizzazioni; i politici ed
i dirigenti pubblici al loro servizio, eseguono dietro lauti
compensi, siano prebende legali (indennità di carica per i politici
e “compensi accessori” per i dirigenti) siano le più consistenti
“mazzette”. Si badi: quando
le opere locali superano una certa cifra subentra una ”cabina di
regia” nazionale, vedi ad esempio, a Isernia, il rapporto tra la
scandalosa opera dell’auditorium di 52 milioni di euro e la cricca
nazionale della P3.
Non
saranno certo la giustizia borghese o i partiti finanziati dai
padroni a dipanare la matassa. E’ noto che il PCL di Isernia ed
altre soggettività locali antagoniste, da
anni,
scontando anche illecite ritorsioni giudiziarie, sul lavoro e
quant’altro, combattono e denunciano questo sistema di potere
pubblico locale, gelatinoso e dominato dal capitale privato, che
impoverisce la maggioranza della popolazione locale per
l’arricchimento di pochi, con giunte di destra o del
“centrosinistra”,
proponendo
in alternativa l’abolizione delle privatizzazioni (principale
viatico della corruzione), per un sistema di gestione pubblica dei
lavori e dei servizi, socialmente controllata.
Prossimamente
documenteremo come le
“energie giudiziarie” censorie della procura Pentra e di qualche
Giudice Civile oggi trasferito, si siano rivolte -senza vittoria-
verso la nostra legittima libertà di espressione politica contro il
suddetto sistema,
anziché verso i responsabili degli abusi e degli scempi sociali
ambientali ed erariali. Ciò che è accaduto - esempio per tutti gli
altri - nella suddetta “vicenda auditorium” di cui richiederemo
la riapertura, o in una recente archiviazione del GIP di Isernia che
ha incredibilmente ritenuto legittima la condotta di un comune della
nostra provincia, che aveva omesso la pubblicazione di atti e
impeditone l’accesso, in violazione della “normativa
anticorruzione”.
Per
ora, sul punto, ci limitiamo a porre una domanda pubblica e politica,
che prescinde dagli esiti giudiziari delle vicende emerse: come
mai, ciò che da anni accadeva sotto il naso della Procura di
Isernia, tanto impegnata a censurare le nostre opposizioni al
sistema corrotto del capitale, viene oggi disvelato solo grazie alla
direzione antimafia di fuori regione?
31/10/2015
Il
COORDINATORE Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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