Incredibile rinunciare al Parco marino e ai suoi vincoli di
salvaguardia. Rockhopper ringrazia.
D'Alfonso
e Mazzocca giocano sul futuro degli abruzzesi.
Domani
tutti a Roma, diversi gli autobus dall'Abruzzo e dalle Marche.
"Una
svolta
gravissima e pericolosa per gli abruzzesi l'aver rinunciato
all'istituzione del Parco marino contro Ombrina; D'Alfonso, Mazzocca
e il resto della maggioranza si sono presi una grande responsabilità
rispetto al futuro del progetto più inviso dalla popolazione
abruzzese"
questo è il commento del Coordinamento No Ombrina alla notizia che
il Consiglio regionale non approverà il Parco marino entro il 14
ottobre data della conferenza dei servizi decisoria.
Paradossalmente
l'idea del parco marino fu avanzata dallo stesso D'Alfonso il 27
giugno scorso. Il Coordinamento, dopo un lungo lavoro giuridico con
diversi studi legali e l'esame di quanto accaduto in Calabria dove i
parchi marini regionali sono realtà da ben sette anni, lo scorso 30
agosto in assemblea ritenne percorribile la strada chiedendo alla
Regione stessa il varo della norma, poiché l'istituzione di un parco
comporta immediatamente l'entrata in vigore dei vincoli di
salvaguardia tra i quali il divieto di alterazione del substrato
roccioso. Sarebbero entrati in conflitto, quindi, con le attività di
perforazione e posa delle tubazioni previste dal progetto Ombrina.
A
metà settembre il Coordinamento ha fornito anche la bozza di
proposta di legge a tutti i consiglieri chiedendo l'immediata
convocazione degli enti locali per evitare vizi di costituzionalità.
A
fine settembre il Coordinamento ha appreso, con una semplice
telefonata pomeridiana al Ministero, della convocazione della
conferenza dei servizi a Roma a metà ottobre. La Giunta regionale,
invece, era totalmente ignara della cosa nonostante il Coordinamento
avesse da un mese chiesto per iscritto ai rappresentanti regionali di
tenere sotto controllo il procedimento. Questo la dice lunga sulla
capacità di Mazzocca e del suo entourage di seguire con efficienza
un argomento centrale per la storia abruzzese.
Solo
a quel punto, e dopo un comunicato del Coordinamento, la maggioranza
si è accorta che il referendum sarebbe arrivato in ritardo, come
aveva evidenziato il Coordinamento fin da luglio! Così hanno cercato
di correre ai ripari proponendo una norma, il divieto di nuove
trivelle nelle 12 miglia imposto con norma regionale, manifestamente
incostituzionale "per
prendere tempo".
Una legge poi approvata senza i tanti ripensamenti con tanto di
giravolta finale che hanno contraddistinto l'iter del parco marino
"Trabocchi
del chietino".
La
scorsa settimana ci siamo accorti, infatti, che la Giunta regionale
non aveva preso in alcuna considerazione la proposta di istituzione
del parco marino, non avendo attivato procedure semplicissime quali,
appunto, la partecipazione dei due comuni nel procedimento e una
relazione tecnica da parte dell'Ufficio parchi. Non avevano
predisposto neanche la cartina. Questioni che si risolvono in due
settimane la prima, in 20 minuti le altre. Erano, tra l'altro,
proprio le uniche problematiche sollevate dall'Ufficio legislativo
del Consiglio regionale; la legge, secondo gli esperti giuridici
della stessa regione, una volta assicurata la partecipazione degli
enti locali e degli uffici regionali, sarebbe stata pienamente
costituzionale. Quindi niente scuse ridicole, nonostante le
rassicurazioni dell'ultim'ora, non l'hanno mai considerata come vera
opzione, visto che l'avrebbero potuta approvare anche con qualche
piccolo vizio poi recuperabile, visti i macigni che gravavano
sull'altra norma che invece hanno approvato subito. I vincoli di
salvaguardia sarebbero scattati immediatamente dopo la sua
approvazione e pubblicazione, come sanno tutti coloro si occupano di
aree protette regionali, compresi gli abitanti che li devono
rispettare dal giorno dopo della loro pubblicazione sul BURA.
Rockhopper
non avrà di questi problemi e non si dovrà difendere da essi.
E'
letteralmente incredibile che D'Alfonso e Mazzocca, sapendo che
dovremo presto affrontare una guerra di carte bollate da una parte e
dall'altra, comunque vada la conferenza dei servizi di domani,
rinuncino a varare una norma che avrebbe certamente contribuito a
rendere più solido il fronte anti-trivelle, come ci hanno chiarito
gli studi legali che ci stanno assistendo sulle denunce e sui ricorsi
al TAR.
Ombrina,
e i 60.000 di Lanciano stanno diventando ostaggio di logiche che non
hanno nulla a che vedere con l'obiettivo di fermare ad ogni costo e
subito le trivelle.
In
ogni caso noi del Coordinamento No Ombrina saremo domani a Roma con
tanti abruzzesi a difendere il nostro mare. Diversi pullman
dall'Abruzzo e dalle Marche partiranno alla volta della capitale.
Vedremo nei prossimi mesi cosa avranno portato a casa i nostri
amministratori regionali. Quello che è accaduto in questi giorni
sarà, infatti, gravido di conseguenze non solo domani ma anche in
quello che si deciderà nelle aule dei tribunali.
SEGRETERIA
COORDINAMENTO NO OMBRINA 2015
INFO
STAMPA:
337664008 - 3683188739
(by Nicola)
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