mercoledì 24 dicembre 2014

Diritti civili: anche le coppie unite civilmente all’estero hanno diritto alla carta di soggiorno per il/la partner non comunitario/a


Il 10 dicembre il Tribunale di Verona ha accolto la tesi per cui i partner che hanno sottoscritto una unione civile, sia dello stesso sesso come nel caso trattato, sia di generi diversi hanno il diritto di soggiornare in Italia.
In particolare l’ordinanza afferma che la Direttiva 2004/38 sulla libera circolazione e il soggiorno dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari prevede l’obbligo degli Stati membri di "agevolare" l’ingresso del partner con cui il cittadino dell’Unione abbia una relazione stabile debitamente attestata. Il mancato rilascio della carta di soggiorno significa privare di ogni significato l’espressione “agevola” contenuta nella normativa europea e in quella italiana; le Questure devono pertanto esaminare approfonditamente la situazione e la storia di ogni coppia (e conseguentemente permettere loro di documentare la loro relazione) prima di negare il rilascio della carta di soggiorno per familiare di cittadino europeo. Non è necessaria la convivenza per richiedere e ottenere questo titolo di soggiorno.
Questa ordinanza è importantissima perché non solo si applica alle coppie dello stesso sesso ma anche a quelle di generi diversi che si trovano nella stessa situazione dei ragazzi di Verona seguiti dall’Associazione radicale Certi diritti e dall’Avvocata Giulia Perin: sono molti gli/le italiani/e che scelgono per la loro famiglia di sottoscrivere delle unioni civili. Ebbene fino ad oggi la risposta data dal nostro Paese per permettere loro di vivere insieme in Italia era l’invito/ricatto a sposarsi. Quindi questa ordinanza riconosce il concetto moderno di famiglia che l’Europa propone, non limitandola alle coppie matrimoniali, ma includendo i diversi tipi di famiglia che esistono e che il nostro Governo continua ad ignorare.

Radicali italiani

(by Nicola)

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