Riceviamo e pubblichiamo
ISERNIA: C’ERA
UNA VOLTA LA CITTA’ DELL’ACQUA E DELLE TORRI
La città di Isernia
secondo alcuni studiosi deriva il suo nome da un’antica parola
indoeuropea che indicava “ricchezza d’acqua”; era anche cinta
da antiche mura o torri; Isernia era anche la città dei giardini
pensili. Se tutto ciò fosse stato conservato come in altre realtà,
il centro storico sarebbe di gran pregio (basti vedere le
rappresentazioni del secolo XVII).
Tutto distrutto
dall’ignoranza, dall’incuria, dalla inciviltà, sino agli ultimi
demenziali scempi cementificatori delle cricche borghesi. Così,
delle antiche mura e torri non è rimasto quasi nulla e su quel che
resta v’è anche una frana rimasta abbandonata; dei giardini
pensili non v’è più traccia. Così gli abitanti della “città
dell’acqua” da tempo non possono più bere dal rubinetto
comprando le bottiglie al supermercato; e subisce l’ormai cronico
inquinamento dei fiumi che la circondano.
Proprio in questi
giorni è riemerso con forza l’inquinamento del Carpino e del Sordo
conseguente
a scarichi industriali sicuramente abusivi ed illeciti.
Ricordiamo in particolare il fiume di denaro pubblico speso per il
depuratore sito in Carpinone che doveva servire anche ad evitare tali
danni ambientali e che invece è servito come smaltimento illecito di
rifiuti tossici anche di imprese del Nord per poi rimanere
abbandonato in stato di nocivo degrado, come emerso nell’inchieste
da noi sollevate, ancorché rimaste senza nessun seguito né
giudiziario né di risarcimento erariale. Gli apparati borghesi,
politici e giudiziari, non intervengono; anzi li vediamo più
impegnati a reprimere chi solleva tali problematiche, nel legittimo
esercizio della libertà di proporre una nuova idea di società,
libera dai crimini della legge del profitto e del capitale.
Rilanciamo perciò
la proposta di un’inchiesta
popolare per individuare i capitalisti piccoli o medi o grandi
responsabili degli scarichi inquinanti e chiedere loro il
risarcimento anche sotto forma di danno erariale che, anche
nell’ambito della programmazione degli oltre 11 milioni di euro
derivanti dai fondi PISU, possono contribuire ad un URGENTE progetto
di bonifica e riqualificazione (ad esempio verso un parco fluviale),
sul Carpino e sul Sordo, anche per un sano turismo ambientale, volto
al contestuale recupero di una vocazione agricola “a Km zero” e
biologica,
con gestione pubblica socializzata. Occorrerebbe più in
prospettiva rivendicare anche la nazionalizzazione o
regionalizzazione senza indennizzo delle aziende che inquinano sotto
il controllo dei lavoratori e della comunità locale.
E che dire della
frana sulle vecchie mura di cinta del centro storico rimasta senza
riparazione e che rischia di peggiorare, del cantiere interrotto
di
C.da Le Piane, divenuto ormai una sorta di “discarica abusiva” di
materiale di risulta, con annessa pala meccanica ivi abbandonata ed
interruzione viaria. Di
certo siamo alle solite assurdità: se un comune appalta dei lavori è
perché ha già i fondi. Dunque o i fondi sono spariti in modo
illegittimo o vuol dire che si è proceduto senza alcuna seria e
razionale pianificazione amministrativa o peggio ancora a tentoni
secondo gli input dei clientes.
Anche tali ultimi due misfatti danno la cifra del degrado in cui è
caduta la città, dopo
l’ultimo disastroso decennio della giunta di destra, la peggiore
che Isernia abbia mai avuto dal dopoguerra ad oggi.
Nondimeno chiediamo che
il sindaco Brasiello si attivi con urgenza
per
iniziare l’iter di rimozione dei suddetti degradi.
Ribadiamo la nostra rivendicazione di pubblicare in tempo reale sul
sito comunale, per ogni appalto, tutti gli avanzamenti dei lavori ed
i costi dettagliati, in modo che la popolazione possa controllare
tutto quanto ora è appannaggio esclusivo dei segreti di palazzo.
Invece di sperperare
centinaia di milioni di euro per mega opere dannose per l’ambiente,
utili solo ai comitati d’affari ed alle speculazioni della
borghesia palazzinara e del cemento, chiediamo che si faccia un piano
di queste piccole e medie opere, con gestione pubblica e controllata
dalla popolazione, che danno più occupazione e sono realmente utili
alla collettività.
22/08/2013 Il
Coordinatore Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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