Centinaia di piccoli
imprenditori si trovano a perdere il nome, l’identità, la loro azienda,
si trovano a cambiare città, a vivere sotto scorta, ad essere in
continuo pericolo di vita. Perché? La risposta è quasi deludente: perché
un giorno una banca gli ha negato un prestito e loro si sono rivolti al
mondo del credito nero oppure, perché un giorno qualcuno ha deciso che
doveva prendergli quell’ azienda che funzionava.
Troppo spesso si è parlato dei nemici esterni della piccola impresa italiana: la concorrenza sleale, la delocalizzazione, la crisi economica. Sempre più raramente però si parla di un nemico interno e che sembra rappresentare una peculiarità tutta italiana: l’usura.
Un fenomeno arcaico che negli ultimi anni si è trasformato nello strumento privilegiato che la criminalità organizzata utilizza per appropriarsi delle aziende in crisi. Grazie a questo strumento le mafie si stanno appropriando dell’intero sistema produttivo italiano senza più distinzioni tra nord e sud del paese.
Lo stato contrasta il fenomeno attraverso la legge 108 del 1996, uno strumento che ha fornito un riparo per le vittime, ma che al tempo ha lasciato spazi di azione per le mafie che proprio attraverso le lacune di questa legge hanno potuto continuare le loro attività indisturbate. Le istituzioni bancarie (che potrebbero essere il vero strumento di controllo per questo fenomeno) sono sempre più distratte nel loro compito di vigilanza e troppo spesso si assiste ad importanti fenomeni di infiltrazione negli stessi istituti bancari.
Abbiamo percorso tutto lo stivale seguendo le vie del credito nero, una zona grigia dove i confini tra prestito lecito e usura sono molto labili e in cui spesso abbiamo incontrato connivenze inaspettate. Le testimonianze di chi ha deciso di denunciare il fenomeno vanno a costituire una mappa ideale delle nuove forme di usura a fini estorsivi.
Troppo spesso si è parlato dei nemici esterni della piccola impresa italiana: la concorrenza sleale, la delocalizzazione, la crisi economica. Sempre più raramente però si parla di un nemico interno e che sembra rappresentare una peculiarità tutta italiana: l’usura.
Un fenomeno arcaico che negli ultimi anni si è trasformato nello strumento privilegiato che la criminalità organizzata utilizza per appropriarsi delle aziende in crisi. Grazie a questo strumento le mafie si stanno appropriando dell’intero sistema produttivo italiano senza più distinzioni tra nord e sud del paese.
Lo stato contrasta il fenomeno attraverso la legge 108 del 1996, uno strumento che ha fornito un riparo per le vittime, ma che al tempo ha lasciato spazi di azione per le mafie che proprio attraverso le lacune di questa legge hanno potuto continuare le loro attività indisturbate. Le istituzioni bancarie (che potrebbero essere il vero strumento di controllo per questo fenomeno) sono sempre più distratte nel loro compito di vigilanza e troppo spesso si assiste ad importanti fenomeni di infiltrazione negli stessi istituti bancari.
Abbiamo percorso tutto lo stivale seguendo le vie del credito nero, una zona grigia dove i confini tra prestito lecito e usura sono molto labili e in cui spesso abbiamo incontrato connivenze inaspettate. Le testimonianze di chi ha deciso di denunciare il fenomeno vanno a costituire una mappa ideale delle nuove forme di usura a fini estorsivi.
Regia: Antonio Demma e Giulio Crisante -
Montaggio: Valeria Biclungo - Riprese: Giulio Crisante, Antonio Demma ,
Valeria Biclungo - Consulenza : Alessandro Langiu
(by Nicola)
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