Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 650 del 21/12/2011
RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Astore. Ne ha facoltà.
ASTORE (Misto-ParDem). Signora Presidente, signori Sottosegretari, sento il bisogno questa sera di intervenire nel dibattito odierno per un'assunzione di responsabilità politica e per ringraziare voi del Governo di aver accettato, in un periodo di fuga generale e senza ipocrisie, un incarico di grande responsabilità e difficoltà: tentare di portare il Paese fuori dalle secche di una crisi economica, sociale e morale che attanaglia l'Italia da diversi anni. Non meritate gli insulti e le denigrazioni, anche poco urbane, che si sono sentiti anche in quest'Aula; le calunnie che una certa stampa e una certa parte politica vi ha lanciato addosso.
Vi ripeto, come nella discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio di appena un mese fa, quale membro del Gruppo Misto e rappresentante di un piccolo movimento politico-culturale molisano, per scelta e necessità, ma saldamente ancorato nel centrosinistra quale cattolico popolare da sempre, che le mie riflessioni sono quelle di un cittadino comune e non il punto di vista di un politico di lungo corso, come potrebbe essere definito il sottoscritto.
Allora, per prima cosa finiamola con la dicotomia tecnici-politici. È ora di finirla: questo è un Governo politico, perché ha ricevuto la fiducia politica delle due Camere, convinteche con una grande coalizione, con un Governo cosiddetto politico, nato con le solite liturgie, non si starebbe mai insieme. Questa è una grande coalizione; chiamatela come volete, ma i partiti maggiori hanno raggiunto questo accordo. Forze politiche alternative per storia, programmi e valori, di fronte al disastro annunciato, hanno avuto la forza e la responsabilità di costruire una grande alleanza provvisoria e di chiamare i cosiddetti tecnici di aree culturali diverse (tra di voi mi pare che siano rappresentate aree culturali totalmente diverse), per la prima volta senza lottizzazione, per bloccare la crisi economica e ridare speranza ad un popolo che l'aveva perduta per colpa di tutti.
La manovra economica, che oggi è all'esame dell'Aula del Senato, è frutto di questa necessità, di questa responsabilità. Ecco perché non apprezzo le fughe furbesche e tattiche di alcune forze politiche che hanno pensato più a interessi elettorali contingenti e di battaglia, cambiando atteggiamento e risvegliando gli istinti localistici, egoistici e antistorici di alcuni territori del nostro Paese.
Ognuno di noi in quest'Aula ha qualche riserva su qualche punto del provvedimento, ma con il nostro voto positivo di fiducia prevale la consapevolezza di adempiere ad un'opera storica di risanamento e di ripartenza della nostra economia. Tutti dobbiamo evitare di tirare per la giacca il Governo o nasconderci quasi con vergogna di fronte alla responsabilità di collaborare tutti momentaneamente per correggere e riparare a tanti errori.
Anche voi, membri del Governo, siate più consapevoli del vostro compito e, se posso permettermi umilmente di dare un consiglio, colloquiate con tutti, rispettate tutti senza ammiccamenti particolari, ma alla fine decidete. Questa è la lezione che viene fuori da tutte le indagini, che evidenziano sofferenze per alcuni provvedimenti, ma enorme fiducia dei cittadini nella vostra opera di governo. Questa riflessione contrasta con qualche forza politica che furbescamente - ripeto - vorrebbe mettere il cappello ed un'ipoteca politica su alcuni di voi. Completate l'opera per cui siete stati chiamati e dopo ognuno, al ripristino delle regole democratiche, scelga se partecipare - lo spero - attivamente al rinnovamento della politica. Il rifiuto di sottoscrivere cambiali di non partecipazione alle prossime elezioni è doveroso verso voi stessi e il Paese.
La politica vi ringrazia per questo equilibrio che vi si chiede e per il lavoro difficile che non siamo riusciti a fare noi.
Nel votare convintamente la fiducia per l'approvazione della manovra «salva Italia», che reputo un provvedimento obbligato, necessario e senza alternativa, sono certo che l'Italia recupererà la sua credibilità internazionale, anche in considerazione del ruolo europeo del nostro Presidente.
In via preventiva, questo dibattito dovrà servire a dare con umiltà alcuni suggerimenti per le fasi successive dell'azione di governo.
Allora permettetemi brevemente di dire che questo Governo deve accompagnare questa Assemblea nelle riforme istituzionali e costituzionali. È l'ora giusta. Oggi dobbiamo approfittare di questa occasione. Chiaramente è compito dell'Assemblea, ma voi potete benissimo accompagnarci.
Bisogna operare senza le ipocrisie che, invece, stanno ora emergendo sulla legge elettorale. Bisogna farla, perché la gente la vuole. Credo che si reciti molto a soggetto su questo argomento.
È opportuno che nei prossimi provvedimenti ci sia finalmente l'inversione di tendenza: questo Paese ha bisogno dell'abbattimento della spesa corrente, amici del Governo. Sono, inoltre, meravigliato che non abbiamo trovato l'abbattimento del costo della politica. Venite fuori con il dimezzamento dei contributi ai partiti e con l'eliminazione del doppio contributo! Questo cerca la gente e questo è un compito che il Governo può assolvere con una sua proposta. In questo modo capiremo chi è d'accordo ad abbattere i costi o chi riscuote finanziamenti senza, spesso e volentieri, giustificare. I finanziamenti ai partiti sono importanti, ma anche quelli si devono adeguare al discorso di ordine europeo.
Mettete mano alle Regioni, anche se sono enti autonomi, amici del Governo, perché credo che la spesa non economica si annidi lì, perché spesso le Regioni scimmiottano il Parlamento e il Governo. So che sono istituzioni autonome, ma alcuni indirizzi, magari con alcuni paletti, possono essere assolutamente messi.
Attiviamo forme di lotta alla corruzione. In particolar modo noi nella Commissione sanità abbiamo visto, trattando alcune indagini, che oramai c'è una valanga di malaffare dal Nord al Sud. Ma non solo nella sanità. Io credo che bisogna metterci mano, perché sono tutte risorse che devono essere recuperate per lo sviluppo di questo Paese.
Poi, permettetemi, non usate parole magiche: liberalizzazioni sì, ma quelle vere. Se da noi nella sanità, per esempio (io non ho interessi nelle farmacie perché non ho né parenti farmacisti né farmacie sul territorio), il Servizio sanitario nazionale e la distribuzione del farmaco è un compito dello Stato riconfermato da una sentenza europea nel 2009, cioè pochi anni fa, credo che sia certamente importante che vengano liberalizzati e aumentati i punti vendita con i farmacisti e con le farmacie, ma non è opportuno creare nuove lobby e nuovi fattori di malaffare nel campo della sanità. Non bisogna - ricordatelo sempre - mercantilizzare il farmaco. Vi ricordate come ha reagito il popolo italiano a proposito dell'acqua? Ha gridato che la sua distribuzione deve essere di competenza statale. Forse quel voto è stato antieconomico, ma è stato un grido generale del Paese per riappropriarci di un bene comune. Io credo che il mercantilismo del farmaco sia un errore. Pertanto, sì alla concorrenza, ma soprattutto - mi dispiace che manchi l'amico Ministro della salute - dobbiamo tutelare i deboli. Tutto l'osso appenninico e le Prealpi come faranno ad andare avanti se procediamo con la distribuzione del farmaco in determinati modi?
Vado alla conclusione. Io credo che voi possiate fare questa grande opera nel tempo che rimane di questa legislatura. Credo che non ci sia umiliazione per le forze politiche: voi potrete colloquiare con noi e nel contempo stare sereni che intorno a voi c'è un consenso. Se le ultime indagini demoscopiche sono vere, infatti, anche se la gente si lamenta della manovra, ha fiducia nella Presidenza e in voi. Io credo che questa sia l'occasione, non per approfittarne, ma per fare insieme a noi, al Parlamento, l'opera di riforma e di risanamento di questo Paese che per tanti anni non abbiamo fatto.
(by Nicola)
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