Riceviamo e pubblichiamo
giovedì 11 settembre 2014
Polli "ruspanti"
La vicenda della Gam/Solagrital è, a nostro avviso, una delle pagine peggiori dell’autonomia molisana. Un buco nero di soldi pubblici che ha assorbito negli anni centinaia di milioni di euro dei molisani per ritrovarsi, ora, con impianti chiusi ed obsoleti, migliaia di famiglie sul lastrico, disperazione e miseria. La vicenda, cui l’arretrato mondo socio-culturale molisano e le elite familistiche al potere in regione sono riuscite sinora a mettere la sordina, è tornata di attualità in tutta la sua evidente drammaticità grazie al commissario alla spending review Cottarelli e al quotidiano la Stampa, con un ottimo e preciso articolo del giornalista Francesco Spini. Noi che da anni seguiamo la vicenda di Bojano crediamo sia giunta l’ennesima occasione di cercare la verità e di punire i colpevoli, gente che oggi ha il portafoglio gonfio e la cui individuazione, oltre ad un fattore di giustizia, potrebbe fornire un parziale ristoro dell’immenso danno economico creato. Ecco perché,nelle more di ulteriori approfondimenti che svolgeremo nei prossimi giorni, poniamo all’attenzione dell’attuale governo regionale o di chiunque possa o voglia risponderci dieci domande sul caso Gam. L’attuale governo regionale, va chiarito, ha ereditato un anno e mezzo fa una situazione già grandemente compromessa. Ma in questo anno e mezzo il governo del Presidente Frattura ha sostanzialmente accettato un’eredità devastante senza neanche chiedere il beneficio di inventario. Ha chiuso gli impianti, ha avviato un progetto, i cui contorni non sono chiari, di nuovo insediamento industriale dalla forma giuridica di cooperativa, ha cercato laddove possibile di saldare i vecchi debiti e di trovare strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori ormai a spasso. Ma nel contempo ha cambiato solo dopo mesi i vecchi vertici di Gam, ha lasciato ad una liquidazione straordinaria solitaria la Solagrital, ha rimosso con grande ritardo i dirigenti di Gam, dopo che nessun lavoratore lavorava più. Non solo. Non ha nominato una commissione di inchiesta e non ha disposto una revisione dei conti degli ultimi anni. Non ha poi impugnato o contestato l’assurdo voto favorevole al concordato preventivo di Arena con cui Solagrital e Gam rinunciavano a 18 milioni di euro, per lo più forniture di polli mai pagati dalla società di Bojano quotata in borsa, un tempo di proprietà di Dante di Dario oggi in mano ad altri soci privati. Ed infine non ha avviato alcuna azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori, né alcuna misura di verifica del loro operato, dei loro compensi, dei loro risultati negli ultimi disastrosi anni. E allora la prima domanda delle dieci è rivolta proprio al governo regionale e al presidente Frattura.
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