Ho ricevuto l'email con la quale, insieme a molti altri concittadini, esprime le
sue preoccupazioni in merito alla proposta di legge di istituzione dell’Ente
“Terre regionali Toscane”, nella parte in cui prevede il passaggio della
delega alla gestione della Tenuta di San Rossore dall’Ente Parco Migliarino,
San Rossore e Massaciuccoli al nascente Ente Terre regionali toscane.
Premetto che l’intento perseguito con la richiamata proposta di legge è
quello di attribuire a un unico soggetto il compito di definire una strategia
unitaria di gestione ottimale e di valorizzazione di tutte le proprietà regionali
agroforestali, al fine di realizzare un’esperienza di banca della terra
incrementando il contributo positivo che l’agricoltura e le foreste possono
dare all’ambiente e al territorio e con l’intento di far diventare le proprietà
pubbliche un volano di sviluppo per le aree rurali.
In particolare, per quanto riguarda la Tenuta di San Rossore, così come era
previsto per il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, anche il
nuovo Ente sarà ovviamente tenuto ad esercitare la gestione nel pieno
rispetto della legge nazionale 8 aprile 1999, n. 87, di disciplina del
trasferimento della Tenuta dallo Stato alla Regione Toscana.
La proposta, infatti, conferma che nella gestione della Tenuta deve essere
perseguita la salvaguardia dell’ambiente e che la valorizzazione delle attività
economiche deve comunque essere compatibile con le esigenze di tutela e
salvaguardia ambientale.
Restano, inoltre, tra le finalità della gestione anche il mantenimento dei
presidi istituzionali, come la Villa del Gombo, e il perseguimento degli scopi
didattici, educativi e sociali con particolare riferimento all’educazione e alla
formazione ambientale.
Viene previsto il mantenimento dei fondi di finanziamento per la gestione
della Tenuta, imponendo all’Ente Terre regionali toscane di tenere una
gestione separata di tali fondi.
La proposta, infine, intende anche mantenere nella gestione della Tenuta un
rapporto particolare con il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli
che potrà continuare a utilizzare i beni della Tenuta secondo modalità che
saranno definite con la Regione Toscana, così come sta accadendo da tre
anni nei rapporti fra l’Azienda Regionale Agricola di Alberese e l’Ente Parco
Regionale della Maremma.
Pertanto, fermi restando tutti i vincoli giuridici e ambientali esistenti a tutela
della Tenuta di San Rossore che la Regione non ha mai pensato di
cambiare - tant’è che la proposta di legge non prevede nulla in tal senso - ,
l’inserimento della Tenuta in questo progetto di riorganizzazione del
patrimonio agricolo forestale regionale, intende fare in modo che anche
questo territorio di inestimabile valore ambientale e paesaggistico possa
essere sempre più valorizzato e, di conseguenza, tutelato.
Possiamo quindi assicurare che le preoccupazioni da Lei espresse non
trovano alcun riscontro nella proposta oggi in discussione, che non ci sarà
nessuna speculazione edilizia, nessuna cementificazione, ma al contrario ci
sarà una gestione più razionale che porterà benefici a tutta la comunità
toscana, sia sotto l’aspetto ambientale che agricolo.
Cordiali saluti,
Enrico Rossi
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